Sono anni che leggo Qiu Xiaolong, perciò è strano recensirlo ora, raccapezzarsi tra tutti quei libri.
Ho avuto la fortuna di adocchiare “Morte della compagna Guan” poco tempi dopo l’uscita. In famiglia è sempre stata mia madre la lettrice di gialli, io non saprei dirvi, in realtà. Ne leggo, ma solitamente non mi appassiono alle saghe legate a un investigatore in particolare, fatta eccezione per Montalbano (anche se, a na certa, mi aveva un po’ stufata anche lui).
I libri di Qiu Xiaolong, però, sono un’altra cosa.
Non si tratta soltanto di seguire un caso ben delinato, portato avanti da personaggi ai quali ci si affeziona in fretta, il riservato ispettore capo Chen Cao e il suo aiutante Yu, e il fondamentale aiuto della famiglia di questi, la sua efficientissima moglie Peiqin ed il padre ex ispettore Vecchio Cacciatore. Si tratta soprattutto di essere guidati alla conoscenza della Cina (“… questa sconosciuta”).
Mentre Chen porta avanti la sua inchiesta, riflette sulla complessa situazione politica cinese, ci aiuta a capirne i meccanismi, la corruzione (se ve lo state chiedendo: lo scrittore è esiliato negli USA).
Ho registrato per voi un piccolo estratto, che però è piuttosto esemplificativo di questo aspetto. È tratto dal primo volume della serie: “La misteriosa morte della compagna Guan”.
Eccolo:
Non solo: Chen condivide con il suo collega italiano Montalbano la passione per la cucina. E dal momento che al cuore e al palato non si comanda, grazie all’ispettore buongustaio veniamo a conoscenza della variegata e vastissima cucina cinese, i piatti tipici di ogni regione, gli ingredienti, le abitudini alimentari. Nulla a che vedere con la ridotta selezione che si può rintracciare in Italia, compresi i ristoranti cinesi per cinesi – non so nelle altre città, a Roma se ne trovano di interessanti a Tor Pignattara.
Chen Cao, però, è soprattutto un amante della letteratura cinese. Soltanto le complesse dinamiche del Partito Comunista potevano obbligarlo a una carriera nella polizia. Le riflessioni del colto ispettore riguardo al caso sono costellate di citazioni di poesie e di romanzi. Scopriamo così la raffinatezza linguistica cinese (magari voi già ne eravate a conoscenza, io, lo ammetto, non molto).
Per chi fosse interessato, ho selezionato due estratti da “La misteriosa morte dalla compagna Guan” nei quali si trovano, accennati, tutti questi aspetti.
Ecco il video:
I romanzi dell’ispettore capo sono ormai tantissimi (nelle foto non ci sono tutti, da brava proletaria ne ho presi diversi in biblioteca), e sono editi da Marsilio e ora anche da Feltrinelli. Alcuni sono venuti meglio, altri un po’ meno bene, credo, però, che valga la pena leggerli tutti, rispettandone l’ordine, tanto più che l’ultimo è decisamente al livello dei primi, ma che nel frattempo la carriera dell’ispettore ha subito dei mutamenti, raccontati nell’arco dei vari volumi. Inoltre, ogni libro è l’occasione per scoprire degli aspetti della vita sociale, economica e politica cinese, senza che si abbia mai l’impressione che l’autore ci stia facendo la lezioncina.
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Eccoli:
La misteriosa morte della compagna Guan
Visto per Shangai
Quando il rosso è nero
Ratti rossi
Di seta e di sangue
La ragazza che danzava per Mao
Le lacrime del lago Tai
Cyber China
Il Principe Rosso
Il poliziotto di Shangai
L’ultimo respiro del drago
Sono stati inoltre pubblicati due raccolte, legate alla via nella quale vive la madre dell’ispettore Chen, ma slegate dalla saga:
Il Vicolo della Polvere Rossa
Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa



