i può morire in pochi centimetri d’acqua per una “sincope da pediluvio”?
Oggi la domanda suscita non poche ilarità, eppure negli anni ’50 diverse sentenze giunsero a questa conclusione, nello stabilire le cause della morte di Wilma Montesi.
Mario Pacelli ricostruisce con ritmo incalzante le vicende legate a questo clamoroso caso, ora semi dimenticato, in un agile libro edito da Graphopheel Edizioni “Non mi piacciono i film di Anna Magnani”.
Wilma Montesi era una comparsa e si muoveva negli ambienti di Cinecittà. Fu trovata morta in riva al mare nel 1953, a Roma.
Il caso venne inizialmente archiviato piuttosto velocemente, per poi diventare uno dei più grandi scandali del primo dopoguerra.
Il libro ripercorre le sentenze clamorose, i dubbi protagonisti, gli occultamenti.
Una giovane donna di origini modeste, da morta, creò un incredibile smottamento nella politica italiana, facendo naufragare più di una carriera.
Se siete curiosi di conoscere i primi bunga bunga italiani, vedere una incredibile sfilata di dubbi personaggi, tra poliziotti, politici, giornalisti, attrici, gesuiti e chi più ne ha più ne metta; se vi siete sempre chiesti che fine avessero fatto tutti i fascisti dopo la caduta del regime, e se non vi siete mai bevuti la storia che “una volta avevano valori più sani” e che “la cocaina è una droga moderna”, se non credete che i membri di Democrazia Cristiana avessero una morale incorruttibile e amate i colpi di scena… Questo libro fa per voi.
Sarebbe bello se i tempi fossero maturi per farne un film, o meglio ancora, una serie tv strutturata tipo “Il caso O. J. Simpson”. E sì, ovviamente c’è un ruolo che vorrei per me, un ruolo super ambiguo: Alida Valli. Per saperne di più, non vi resta che leggere il libro.
Se questa recensione ti è piaciuta, se ti è venuta voglia di leggere il libro, e se abitualmente acquisti libri o Kindle da Amazon, puoi farlo da questo link qui:
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Elisa Zanotto 